Coronavirus Docet

L’anno del Coronavirus sarà da tutti ricordato come un convulso tourbillion di paura e coraggio; sconforto e incertezza; attesa e speranza.

A fronte di tanti interrogativi tuttavia molte sono state le risposte sul valore strategico della prevenzione e sulle buone prassi per affrontare un’emergenza pandemica senza compromettere la sicurezza di una comunità o l’economia di una filiera produttiva.

Innanzitutto – oggi, al giro di boa – è per tutti acclarato che sanificare non è sinonimo di disinfettare.

Tale discrasia è parzialmente mitigata dalla consapevolezza che entrambe le circostanze individuano un processo di rimozione dei patogeni più efficace della semplice igienizzazione, ovvero della detersione di ambienti a bassa pressione infettiva, come chiarito dallo stesso Istituto Superiore della Sanità (ISS-1).

La possibilità che formulati commerciali utilizzati a tale scopo possano riportare in etichetta diciture come “contro virus e batteri” non li qualifica mai come disinfettanti (2), per la mancanza di espressa indicazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio come presidio medico chirurgico (PMC) o prodotto biocida rilasciata dal Ministero della Salute (MINSAL).

Sanificazione sottintende la logica (es. protocollo di igiene e disinfezione) che rende efficace il processo di rimozione dello “sporco” e l’inattivazione del challenge patogeno: nella definizione di ISS (2), la sanificazione è un complesso di procedure che comprende detergenza, disinfezione nonché buone prassi ambientali (es. ricambi d’aria) e comportamentali (es. igiene delle mani): altrimenti detto, un riferimento più che esplicito al concetto di ChiroSicurezza.

COVID-19 ha dunque insegnato che se nel linguaggio quotidiano alcuni termini possono essere scambiati per sinonimi, non lo sono assolutamente agli effetti dell’applicazione dei regolamenti.

Una distinzione non meramente semantica: infatti, la Commissione Europea e l’Agenzia Chimica Europea (ECHA) hanno già rilevato che – a seguito dell’emergenza pandemica – è aumentato il numero di prodotti chimici impiegati per la sanificazione, in particolare quelli disinfettanti, che rappresentano quelli più illegittimamente presenti sul mercato, per difformità rispetto alle normative di registrazione (3).

Un problema radicato lungo la Catena dell’Offerta e conseguentemente nel Circolo dei Consumatori, a cui possono quindi giovare le lezioni apprese nel momento di crisi per un impiego finalmente conforme di biocidi e detergenti, a titolo imdividuale piuttosto che sul posto di lavoro.

Nei mesi di lockdown il boom commerciale dei prodotti per l’igiene delle mani è stato paradigmatico.

Queste preparazioni possono rientrare nel campo di applicazione di diverse normative: i regolamenti dei prodotti (a) detergenti, (b) cosmetici, (c) biocidi, (d) presidi medico-chirurgici (PMC) ed anche dei (e) dispositivi medici.

A tal proposito, si è espressa ECHA che ha stabilito che tutti i prodotti che includono un principio attivo che ha la funzione di eliminare i microorganismi, devono essere registrati come biocidi o PMC con orientamento – anche per le preparazioni a base di alcool per la disinfezione delle mani – al Regolamento UE 2012/528 (Regolamento Prodotti Biocidi).

Quindi, produttori che non ottemperano a tale disciplina, perchè comporta investimenti sostanziali di tempo, risorse ed energie, immettono sul mercato prodotti che non tutelano utenti e consumatori, in termini di salvaguardia dell’ambiente e della salute umana.

Ma una corretta valutazione della scelta commerciale non può limitarsi ad osservare la conformità di facciata, quella dell’etichetta, tanto per intenderci: in questo caso l’Utente sarebbe infatti solamente… a metà dell’opera!

Anche classificazione del pericolo, etichettatura e imballaggio del prodotto vogliono il loro occhio di riguardo.

Nella fattispecie, il Regolamento UE 2020/878 (REACH) – entrato in vigore lo scorso mese di giugno – stabilisce le prescrizioni per una corretta compilazione delle schede di sicurezza di PMC, biocidi e detergenti, che vanno successivamente confezionati in base alle disposizioni del Regolamento UE 2008/1272 (CLP), la norma comunitaria che contribuisce all’armonizzazione globale di etichette e imballi agli effetti della libera circolazione di tutte le sostanze pericolose.

Tra i meandri di norme, discipline e regolamenti un futuro da Dottor Azzeccagarbugli si profila dunque sull’orizzonte professionale per Medici e Veterinari?

Certamente no: fondamentalmente ChiroSicurezza è soprattutto attenzione al dettaglio (es. regolare disinfezione delle mani, delle superfici e della postazione di lavoro a fine turno/giornata) a cui concorrono anche conoscenze nuove e acquisizioni diverse, frutti di una stagione di emergenza sanitaria come quella del Coronavirus.

Ormai è basilare essere consapevoli che sono già disponibili nuove prassi e ulteriori strumenti per la tutela della nostra Salute, inclusi quelli forniti dal Legislatore.

 

BIBLIOGRAFIA

  1. Raccomandazioni ad interim sulla sanificazione di strutture non sanitarie nell’attuale emergenza COVID-19. Rapporto ISS 25:5 (2021).
  2. Nota Informativa MINSAL 20 febbraio 2019.
  3. Govoni C et al. CLP e REACH 2020. Sanificanti dei luoghi di vita e di lavoro. Etichettatura Scheda di Sicurezza. Notifica. Tecnologie. Atti Convegno AUSL Modena 13 Dicembre 2020.
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