Racconto di Natale 2022

NATALE 2023

Metti un anno tosto: uno di quelli che definiresti epocali, perchè non farà fatica a restare impresso a tutto tondo nella tua memoria. Affettivamente, emotivamente, professionalmente.

Imperativo #1… staccare la spina. Vacanze di Natale sì, vacanze di Natale no?

More solito, non bisogna attardarsi, ma darsi una mossa al più presto. Come sempre, il tempo stringe: fortunatamente Doctor Google oggi tramuta anche le prenotazioni vacanziere in procedimenti per rito abbreviato.

Da sempre Natale è tempo di Grandi Viaggi: a dorso di cammello con una Stella per guida oppure … Oh, Oh, Oh! … su una slitta trainata da 9 renne volanti!

Okay. Cosa fatta, capo ha: cedo così alle lusinghe di un pacchetto con destinazione Mondi Lontani, reclamizzate da una locandina, che – chissà perché? – spicca insolita nella cassetta della posta, tra biglietti d’auguri ormai rarefatti e quasi frettolosamente controfirmati come per certificare un obbligo natalizio che non implica necessariamente lo spirito di sentirsi vicini e far festa insieme, come sempre avviene nel giorno del primo vagito di un neonato. Così almeno dovrebbe essere soprattutto il 25 Dicembre quando addirittura riecheggia quella che sarà la Voce di Vera Vita.

Davvero sono stati sufficienti pochi clic sul mouse per staccare il ticket del mio regalone di Natale 2022!

Un lungo viaggio in treno che da sempre svetta in cima alla mia lista dei desideri. Tutte le volte che immagino la Transiberiana: una favola lunga oltre 9.000 km di 7 fusi orari e con 1.000 fermate tra Mosca e Vladivostok. Un’opportunità unica per apprezzare la vastità del pianeta e per capire che la biodiversità è anche una questione di dissolvenza-assolvenza incrociata tra razze umane e culture dei popoli.

Soprattutto, il mio viaggio di Natale sarà un’esperienza pro bono, in cui bandirò la parola fretta e verrò trasportato verso mete imprecisate, improvvisando il copione del momento, senza mai nutrire certezze sullo striscione d’arrivo nascosto dietro la curva dell’ultimo miglio.

Un percorso che è anche l’allegoria delle nostre vicende umane, se solo smettessimo di pretendere di comportarci come i Demiurghi di un nostro esclusivissimo Destino per divenire molto più umilmente consapevoli di essere solo gli Interpreti scritturati per un temporaneo Passaggio, tracciato tra un’Alfa e un’Omega sconosciuto, di cui saremo chiamati a rendere conto nel giorno del Giudizio.

Signori in carrozza! Buon viaggio a chi scrive e a chi… ancora mi sta leggendo!

Arrivo last minute alla banchina di partenza. Mentre mi indirizza allo scompartimento, il capotreno decanta sul predellino la sciccherìa del vagone come fosse addirittura l’Ottava Meraviglia del Mondo: tanta robba mai vista… nemmeno sul mitico Orient Express, prenotato per mille e un buon motivo pure dai miei Antenati armeni (alias i Flintston-ian di casa mia) nel loro pendolarismo tra la Perla del Bosforo e la Ville Lumière in tempi di Belle Epoque.

Indubbiamente, nel vagone sembra quasi troneggiare fisicamente il giallismo di Agatha Christie, tanto intensa è l’aura glamour trasmessa dagli arredi di pregio, dagli intarsi della boiserie, dalla minuziosità dei decori, dai ricami fatti a mano e dai tessuti damascati che riflettono in tutto e per tutto il carattere unico dei Mitici Anni ’20 – ’30.

Mi sento un filino in imbarazzo. Da un lato non so dove sedermi per sentirmi più comodo, ma dall’altro penso sia un gesto di bon ton aspettare un compagno di viaggio cui offrire l’opzione di prima scelta.

La realtà dei fatti è che per qualche imperscrutabile motivo sono sprovvisto della prenotazione per il mio posto a sedere.

Come se non bastasse, noto che un’ingombrante specchiera retrò dalla cornice sinuosa adornata da delicati ghirigori floreali sostituisce il finestrone che avrebbe dovuto essere invece il mega-schermo per il mio affaccio alla scoperta di nuovi mondi dal treno in corsa. Che stranezza!

Lì per lì decido di chiedere spiegazioni al capotreno, MA… lo farò solo quando passerà per il controllo del biglietto: l’obbiettivo è quello di viaggiare oltre la Frontiera della Frenesia, quindi anche le risposte alle mie perplessità possono tranquillamente aspettare senza costituire un’immanente impellenza.

In quel momento, uno scossone annuncia che il treno sta lentamente mettendosi in marcia. Il rumoroso sferragliamento fa intuire che con tutta probabilità la Società delle Ferrovie non ha ordinato la locomotiva alla voce alta velocità del Catalogo Choo Choo Train edito da Railways Publishing Co.

Paradossalmente mi sento rassicurato. Sensazione che evapora nel giro di qualche secondo. Infatti, quasi nello stesso istante mi rendo conto che sono pure l’unico passeggero a bordo. Non solo nel mio scompartimento ma… sull’intero convoglio!

I quesiti per il capotreno dunque si accumulano. Se non altro verrà presto a fare il suo controllo: almeno così immagino, pur non sentendo rumore vicino di scalpiccìi strascicati lungo il corridoio.

Allora… così per passatempo mi impegno a risolvere autonomamente la sciarada che sembra ormai incombere sul mio viaggio di Natale.

Il Grande Specchio è il cancello della mente, perché il nostro piccolo mondo riflette sempre cosa anima e agita la nostra interiorità: sentimenti, pensieri, convinzioni, credenze, dubbi, omissioni e… Fede.

Occorre allinearsi col proprio Vero Sé prima di attingere alla Vera Conoscenza che conferisce Senso Vero alle nostre esistenze. Non solo per noi stessi ma anche per il prossimo, che da sempre è una Presenza Reale e Costante del nostro tempo: basta avere voglia di accorgersene. Solo così saremo soddisfatti del nostro Io Riflesso non solo a Natale ma… tutti i giorni dell’anno.

Riconoscere il significato del Presepio significa liberare il nostro talento a proiettare sensibilità, intelligenza e creatività verso quel Mondo del Disagio, che sembra così distante dal nostro trantran ma che al contrario non è mai stato più vicino, spesso forse dietro l’angolo di casa.

Sono le molteplici e crescenti fragilità che ci assediano alla ricerca di un momento di generosità, fosse anche il calore di un semplice abbraccio o la speranza illuminata da un sorriso.

Come d’incanto, dalla Specchiera in cui non ho mai smesso di riflettermi, come ologrammi che mi stringono in un cerchio magico fanno capolino i Sei Cavalieri di Matteo (Mt. 25, 31–46): l’Affamato, l’Assetato, il Forestiero, l’Ignudo, il Malato e il Carcerato.

Tutti e Sei velati di Modernità, come Sei inattesi personaggi di Pirandello in perenne cerca d’autore, quando invece Duemila anni prima della Natività – nell’Egitto dei Faroni – erano già i Mattatori del Libro dei morti, che non mancava mai nella tomba del defunto, che convocato davanti al tribunale di Osiride, dio della morte e dell’oltretomba, doveva provare di aver compiuto in vita “ciò che fa gioire gli dei”.

Ergo. Una persona compassionevole, generosa, misericordiosa, indulgente, pietosa e umana.

Accidenti! Il numero 6 sembra ora un numero guida anche per chi come me non capisce un’acca di fotografia, selfie inclusi. Per quel motivo sono un turista che viaggia per emozioni e non per immagini.

I bisogni dell’uomo sono dunque millenari e rimangono immutabili: l’unica vera novità del Gesù fatto Uomo è la sua identificazione con i Sei Protagonisti Evangelici: “Tutto quello che avete fatto o non avete fatto ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete o non l’avete fatto a me” (Mt. 25, 40).

Soltanto la Carità salva: infatti, il giudizio dell’uomo, ovvero la sua realizzazione di salvezza o condanna, avviene per attuazione dell’amore verso il prossimo: aiutare l’altro è un valore vero per le genti di buon cuore perché corrisponde alla precisa volontà del Cielo… sotto ogni angolo di cielo in questo mondo.

Il talento della solidarietà non è però sempre innato, ma spesso ha bisogno di momenti veri di confronto e occasioni reali di prova per essere corroborato, raffinato e perfezionato.

Il Natale può essere dunque il punto di partenza per un cammino di riflessione e di esperienza verso quelle periferie esistenziali che spesso risultano aliene perché restano comunque ubicate sempre ben oltre i limiti dei nostri orizzonti di brave persone. Questo non basta più.

In quest’epoca di crisi, anche con sforzo minimo, occorre programmare gli scambi ferroviari in modo tale da orientare i binari della nostra Strada Ferrata verso la meta del Cosa-conta-e-cosa-passa.

In tempo di Natale viaggiare attraverso la nostra Specchiera della Quintessenza può servire proprio a quello, perché come diceva perfino un Principe dell’Illuminismo come Immanuel Kant “la solidarietà del genere umano non è un segno bello e nobile, ma una necessità pressante, un ‘essere o non essere’, una questione di vita o di morte”.

Così vengono si succedono rapidamente nella mente gli esempi di San Francesco, Abbè Pierre, Madre Teresa, Don Benzi, Fratel Ettore, Don Ciotti, Sant’ Egidio, con allo sfondo la grande truppa di ignoti volontari, che giorno dopo giorno a capo chino, in silenzio e a cuore aperto si cimentano sui tanti bisogni di troppa umanità.

Mi risveglio di soprassalto. Oggi è Natale. Il train theatre 88” pollici dello scompartimento nuovamente inquadra la mia quotidianità e neanche uno dei mondi lontani che immaginavo e speravo di esplorare.

Mah???… Perbacco!!! La mia littorina natalizia non si è mai mossa dalla stazione!

Dunque è stato solo il sogno della Notte della Vigilia… che però non voglio svanisca all’alba del giorno di Natale perché rinunciare a un’utopia significa che un pezzo di Futuro non esisterà mai. Lo diceva Steve Jobs. Io più modestamente parafraso soltanto, a esclusivo beneficio del mio Lettore.

Un Futuro scandito da un Calendario di giorni, mesi e anni migliori. Per noi stessi e per il nostro prossimo. In questa vita che stiamo vivendo o in quella che ci attenderà… a fine corsa.

Da sempre, il Natale è la Festa del Bambino del Mondo per tutti i bimbi del mondo.

Perché non approfittare dell’Albero per regalare l’Orma del Primo Passo a tutti i Fratelli Più Piccoli?

A quelli che non riconosciamo. A quelli che ci imbarazzano. A quelli che condanniamo. A quelli che non soccorriamo. A quelli che schiviamo. A quelli che spesso e volentieri… facciamo finta di nulla. Tutti e Sei modi diversi e altrettanto attuali per non comprendere il Mistero della Notte di Betlemme. Appunto.

Buon Natale e Felice Anno Nuovo
Mark  

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