Per allevatori e operatori della suinicoltura italiana, non sono settimane facili da quando il livello di allerta sanitaria è massima in tutta Italia, dopo il diffondersi della Peste Suina Africana in Lombardia, zona a maggior vocazione suinicola. In questo frangente, Assosuini e Unitec Hub One Health, venerdì 15 settembre hanno unito le proprie risorse per organizzare l’evento accessibile su piattaforma webBiosicurezza in Tempo di Peste Suina Africana: spunti di riflessione e momenti applicativi”, per sottolineare l’importanza cruciale della biosicurezza per tutta la filiera suinicola e per l’intero comparto alimentare italiano nel contrastare l’emergenza PSA secondo le disposizioni previste dal Regolamento UE 2023/594 (Allegato III – Misure di Biosicurezza Rafforzata),modificato dal Regolamento 2023/1799.

L’incontro ha visto l’ampia partecipazione di oltre 80 iscritti, visto il tema caldo ed esperti come Zeno Bernardi di Unitec Srl, che ha condiviso la sua esperienza sul campo, nell’esecuzione di protocolli di igiene e disinfezione, mirati al controllo dei punti critici per limitare l’ingresso in allevamento di agenti patogeni altamente diffusibili sul territorio, già a partire dalla prima ondata di influenza aviare HPAI del 1999-2000.

Nel corso del suo intervento, Zeno ha ribadito l’importanza strategica di supporti documentali, formativi e informativi per il consolidamento della cultura e dei metodi della biosicurezza a lungo termine e non solamente contestualizzata all’attuale picco di allerta sanitaria. Uno degli argomenti chiave emersi dall’incontro è stato l’enorme valore della biosicurezza. Investire in protocolli di igiene e disinfezione e adottare comportamenti “biosicuri” non solo costituisce un baluardo efficace ed efficiente per contrastare la diffusione della Peste Suina Africana tra allevamenti, ma permette di preservare la salute dei nostri animali, assicurare la sostenibilità del settore e ottimizzare la redditività di impresa.

Per contrastare il rischio PSA, le Istituzioni Veterinarie hanno già tempestivamente elaborato un decalogo delle azioni prioritarie, un elenco di disposizioni chiare per un comportamento biosicuro:

  1. Protocollo di igiene e disinfezione degli automezzi con uso continuativo di presidi a comprovata efficacia anti-PSA nei varchi di biosicurezza in ingresso in allevamento e in apposite piazzole al macello.
  2. Recinzione degli allevamenti per ridurre al minimo il rischio di contatto con suidi bradi infetti nel sedime aziendale.
  3. Monitoraggio costante tramite controlli sistematici della salute degli animali, segnalando tempestivamente sintomi sospetti e/o anomalie degli indicatori di riferimento.
  4. Formazione del personale per assicurarsi che tutti i collaboratori siano adeguatamente addestrati sulle procedure di biosicurezza. Tali iniziative di formazione devono coinvolgere anche tutti i providers dell’allevamento (es. autotrasportatori). Una cartellonistica di biosicurezza deve essere collocata strategicamente su tutto il sedime aziendale per un costante e permanente richiamo a comportamenti biosicuri di manodopera e visitatori.
  5. Isolamento degli animali malati per spezzare immediatamente la catena del contagio.
  6. Igiene personale di tutta la manodopera di allevamento e di eventuali visitatori con istituzione dell’obbligo di uso di gel barriera per l’igiene delle mani, cambio di abiti e calzature prima dell’ingresso negli allevamenti e/o nei singoli reparti di produzione.
  7. Controllo dei visitatori con limiti di accesso ai visitatori esterni e rispetto integrale delle misure di biosicurezza previste (es. dogana danese in zona filtro, passaggio obbligato attraverso doccia passante).
  8. Tracciamento e registrazione per rilevare accuratamente (es. “app” di biosicurezza digitale) gli spostamenti di animali, persone e automezzi in transito per gli allevamenti.
  9. Collaborazione con le Autorità instaurando un rapporto fiduciario con le Istituzioni di Sanità Pubbliche finalizzato sia alla prevenzione del rischio infettivo su tutto il distretto geografico in cui è ubicato l’allevamento, che ha una gestione più efficace e più tempestiva di eventuali focolai confermati.
  10. Comunicazione trasparente: in tempo di emergenza per tutti gli Interpreti della Filiera Suinicola diviene imperativo garantire che tutti gli Operatori Specializzati e il Mercato dei Consumatori siano adeguatamente informati, possibilmente in tempo reale, sui progressi nella gestione del rischio Peste Suina Africana.

L’impegno di tutti gli Attori di Filiera è quello di recepire nel dettaglio tali linee-guida ed eseguirle nella quotidianità dell’intero processo di produzione agroalimentare, dall’allevamento allo stabilimento di macello e trasformazione. La biosicurezza è un’opzione strategica che protegge gli animali, assicura la redditività di allevamento e tutela la reputazione degli imprenditori. In suinicoltura oggi servono nuove regole del gioco, comprendere l’importanza strategica del fare sistema e rilanciare la filiera con un rafforzato senso di responsabilità, positività e proattività. Solo così la sfida alla Peste Suina Africana può essere affrontata con più razionalità, più determinazione e più fiducia.

Chi non avesse avuto la possibilità di partecipare all’Evento in diretta streaming può accedere al canale YouTube AssoSuini o Unitec Hub One Health cliccando qui.

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