Oasi Libro: la biblioteca virtuale di BWEB si arricchisce non solo all’insegna della sostenibilità.

 

Oasi libro è la rubrica che BWEB dedica all’editoria specializzata in biosicurezza e argomenti suoi correlati. Perché mai un Accademico inglese di Politica Sociale dovrebbe scrivere un libro sulla biosicurezza?.“Biosecurity. The socio-politics of invasive species and infectious diseases” è un libro che merita un gradino sul podio tra i volumi di “pronta consultazione” per comprendere e condividere le implicazioni olistiche di una filosofia di lavoro ormai non più pertinente al solo settore zootecnico e veterinario.

A girare il mondo spesso si finisce che si impara sempre.
Il tomo più recente che è andato a fare bella mostra di sé sugli scaffali di Unitec deve la sua “migrazione” fino a Milano in Via Canzio 10 alla nostra partecipazione a Building Better Biosecurity Communities Forum organizzato da Be Seen Be Safe, di fine Novembre: infatti, il Professor Jean-Pierre Vaillancourt aveva menzionato il titolo del libro nel corso della sua lezione magistrale introduttiva della giornata di lavoro.
L’accenno non poteva comunque sfuggire alla nostra attenzione: quando lavori con passione e non solo per dovere, capita sempre che il dettaglio anche quello apparentemente più insignificante catturi più facilmente la memoria.
Innanzitutto, stupiva molto il fatto che il libro fosse stato scritto non da un microbiologo o da un’infettivista o da un altro addetto ai lavori, ma bensì da un Professore di Politiche Sociali di un College inglese di lunga tradizione accademica fondato nel 1597 più di quattrocento anni fa, come il Gresham College, noto per essere oggi un “think tank” globale e a 360°: si sa che gli anglosassoni sono stravaganti ed eccentrici ma però …. insomma, la molla della curiosità rimaneva troppo forte, per cui al rientro alla base, partiva l’ordine di acquisto in direzione Amazon.com.
Già alla prima superficiale “sfogliata”, le pagine del libro si dimostrano ricche di sorprese alcune delle quali addirittura spiazzanti (es. motivi per cui strategie di biosicurezza sono prioritarie soprattutto in un’era di cambiamento climatico come quella dei giorni nostri): molto fattuale, anche se forse un po’ old fashioned nella sua livrea tipografica, ogni capitolo rovescia sul tavolo del lettore un dovizioso carico di annotazioni a pie’ di pagina e di riferimenti bibliografici a ogni fine sezione.
La lettura più approfondita del testo scritto da Andrew Dobson, Kezia Barker e Sarah Taylor contribuisce invece a riposizionare la biosicurezza in unadimensione olistica, sottolineandone le valenze geopolitiche, antropologiche, ecologiche e gestionali.
L’impatto della biosicurezza in un’ottica OneHealth, sulle politiche dell’ambiente e sui flussi del commercio si realizzerà in modo esponenziale e su scala sempre più globale fino ad assumere il ruolo di vero e proprio ago della bilancia degli equilibri politici e mercantili di un mondo sempre più alle prese con rischi e incertezze non solo sanitarie, ma anche sociali e ambientali.
Purtroppo ancora disponibile solo in inglese, “Biosecurity. The socio-politics of invasive species and infectious diseases” merita comunque un tentativo di lettura anche approssimativa per comprendere che, nel momento in cui tuteliamo la salute degli animali attraverso una strategia di prevenzione ambientale non stiamo semplicemente applicando un protocollo di pulizia e disinfezione nei capannoni di un allevamento ma in realtà stiamo assolvendo a una responsabilità sociale nell’interesse più vasto e senza confini dell’intera Collettività.
Pubblicato da Routledge in Italia, il libro può essere ordinato e acquistato tramite www.amazon.com oppure – per una questione di par condicio – da www.hoepli.it.

Jurassic Mark

 

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