TruckAbility 2023

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Emergenze veterinarie, contrasto all’antibioticoresistenza, rischi zoonosici e scenari One Health richiamano tutti gli attori della filiera alla condivisione di una gestione a modello epidemiologico dei vari segmenti produttivi e della logistica. Un percorso virtuoso che dagli allevamenti agli impianti di macellazione coinvolge operatori e tragitti stradali. Con una massiccia partecipazione di operatori dell’intera filiera produttiva, la prima edizione di Truckability 2023, svoltasi il 7 giugno scorso a Cremona – in concomitanza con la Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare promossa da FAO e WHO – e organizzata da Unitec Hub One Health in collaborazione con Cid Lines An Ecolab Company, ha dimostrato quanto il tema della biosicurezza nel trasporto di animali e derrate alimentari sia ormai centrale nel dibattito sulla salubrità e qualità delle produzioni zootecniche, avicole e suinicole in primis. L’attenzione prestata dalla Platea a tutti gli argomenti proposti nel programma di comunicazione ha infatti confermato la convinzione compartecipata dei Presenti che il rafforzamento delle procedure di biosicurezza logistica costituisce un momento nevralgico per una dinamica ottimale dell’equilibrio igienico-sanitario lungo tutta la catena, dalla produzione zootecnica a quella alimentare. TruckAbility 2023 non ha proposto soluzioni immediate e vincenti per una questione da troppo tempo nota agli addetti come quella dell’igiene dei mezzi di trasporto in filiera, ma ha piuttosto voluto fornire suggerimenti, stimoli e ispirazioni per la definizione di un gradiente condiviso di biosicurezza attraverso il dialogo continuato, trasparente e costruttivo nel tempo di tutti gli Attori della Salute Animale e della Sicurezza Alimentare.

TruckAbility foto di gruppo

Video

Il videoracconto

La fotostoria

Tim Nelson

Massimo Manfron

Daniele Martelli

Giovanbattista Guadagnini

Luc Ledoux

Filip Vande Cappelle

Jean Pierre Vaillancourt

Rassegna Stampa

Comunicato Stampa Assica
Redazione di Suinicoltura - Scacco matto ai patogeni di allevamento
Biosicurezza della logistica per una filiera One Health
Biosicurezza e trasporti, un fil rouge che coinvolge tutta la filiera
Filiere
Comunicato ANAS
Patogeni autotrasportati
Gli effetti dei cambiamenti climatici contribuiscono alla diffusione degli agenti patogeni
Professione Suinicoltore
Biosicurezza, il nodo del trasporto animale
Biosicurezza Ecco come si previene il rischio
Assica TruckAbility
Settimana Veterinaria TruckAbility

Biosicurezza in allevamento,
la prima linea di difesa contro gli agenti patogeni

Comunicato Stampa 31 Maggio

Milano, 31 maggio 2023 – “Potenziare la prima linea di difesa. Quella dell’allevamento”. L’invito arriva da Giovanni Guadagnini, medico veterinario aziendale, e il riferimento è all’implementazione della biosicurezza in porcilaia.

Come recita il titolo dell’intervento che Guadagnini terrà in occasione di TruckAbility 2023 (Cremona, 7 giugno 2023 – Sala Congressi Palace Hotel – vai al programma) quella della biosicurezza in allevamento è una grande sfida. Anche difficile.

Mancano ormai pochi  giorni all’evento che Unitec Hub One Health e Cid Lines An Ecolab Company hanno organizzato non a caso in occasione della Giornata Mondiale sulla Sicurezza Alimentare promossa dalle Agenzie delle Nazioni Unite.

Il tema della biosicurezza lungo tutti gli anelli della catena produttiva alimentare è centrale, e all’interno di questa centralità l’obiettivo che si pone TruckAbility 2023 è quello di ribadire con forza che la sicurezza alimentare è un patrimonio della collettività e può essere tutelata solo da un approccio One Health.

“Tra allevatore, allevamento e veterinario aziendale esiste un contatto molto stretto che consente a quest’ultimo di lavorare costantemente sulla biosicurezza – sottolinea Guadagnini – Grazie infatti a un ininterrotto monitoraggio della porcilaia, in un ruolo che potremmo definire di sentinella epidemiologica, il veterinario aziendale può individuare precoci segnali clinici o evidenziare un sospetto per bloccare la diffusione di potenziali agenti patogeni attraverso l’utilizzo di prodotti e procedure dettate proprio dalle buone pratiche sulla biosicurezza in allevamento. È questa la prima linea di difesa da adottare per scongiurare le inevitabili conseguenze che si potrebbero determinare poi lungo tutta la catena produttiva. È quindi importante che ogni componente della filiera si ponga come attore protagonista di un sistema che deve essere ben rodato per garantire un grande e positivo impatto sulle gestioni aziendali non solo degli allevamenti, ma anche e soprattutto della logistica deputata al trasporto e al carico/scarico degli animali”.

Creare spunti di riflessione sul rischio patogeni trasportati e autotrasportati. È questo l’obiettivo di TruckAbility 2023 perché, come puntualizza Mark Beghian, amministratore delegato di Unitec Hub One Health, “è fondamentale richiamare l’attenzione e la consapevolezza di tutti sull’aspetto della movimentazione degli animali e delle derrate alimentari perché si tratta di un’attività delicata che coinvolge tutti i mezzi e le attrezzature degli operatori – afferma – La movimentazione rappresenta sempre un rischio legato alla potenziale contaminazione infettiva accidentale trasmessa attraverso i tasselli della filiera. Il tema globale della Giornata Mondiale sulla Sicurezza Alimentare 2023 è Food Standards Save Lives e ribadisce che la sicurezza alimentare è un patrimonio della collettività e la sua tutela è indissolubilmente legata a un approccio olistico One Health. In quest’ottica, e attraverso l’informazione, la formazione e soprattutto la collaborazione di tutti, TruckAbility 2023 si propone come un Tavolo delle sintonie che consentirà ai partecipanti di esprimere opinioni e visioni sull’opportunità di concordare a breve-medio termine uno standard comune per l’igiene e la disinfezione in quello che amo definire contesto di logistica Feed to Fork: dal mangimificio alla tavola del consumatore”.

I lavori di TruckAbility 2023 inizieranno alle ore 9. Ci sono ancora posti disponibili.

La biosicurezza è come una polizza assicurativa
e non si può scendere a compromessi

Comunicato Stampa 25 Maggio

Milano, 25 maggio 2023 – Truckability 2023, la giornata di orientamento organizzata da Unitec Hub One Health e Cid Lines An Ecolab Company, è ormai alle porte.

L’appuntamento è infatti previsto per il 7 giugno prossimo a Cremona, presso la sala congressi del Palace Hotel (vai al programma) dove, a partire dalle ore 9, inizieranno i lavori di un evento che non a caso si terrà in occasione della Giornata Mondiale sulla Sicurezza Alimentare promossa dalle Agenzie delle Nazioni Unite.

Il tema della biosicurezza lungo tutta la catena produttiva è oggi più che mai d’attualità e la presenza al tavolo dei relatori dei massimi esperti in materia, nazionali e internazionali, favorirà il confronto e l’approfondimento indispensabile per porre le basi di uno standard comune dedicato all’igiene e alla disinfezione dei mezzi di trasporto di animali e derrate alimentari.

Tra i relatori che parteciperanno a Truckability 2023 ci saranno Luc Ledoux e Massimo Manfron, rispettivamente Business Development Manager Cid Lines An Ecolab Company e Technical Excellence Specialist Ecolab.

Dottor Ledoux, a livello internazionale quanto è cresciuta tra gli operatori del settore avicolo e suinicolo la consapevolezza sull’importanza della biosicurezza per prevenire i principali patogeni come l’influenza aviaria o la peste suina africana?

“Registriamo in questi comparti una progressiva e aumentata consapevolezza legata anche alla riduzione degli antimicrobici, come peraltro impone la normativa europea. Se il miglioramento genetico degli animali portato avanti in questi anni ha migliorato la produttività del bestiame, la biosicurezza e la sua implementazione devono essere visti come lo scudo che impedisce la diffusione dei patogeni”.

Perché è importante conoscere e applicare correttamente i protocolli previsti e quali sono gli elementi da considerare rispetto alle specificità dei prodotti?

“I protocolli applicativi sono estremamente importanti e devono essere rispettati alla lettera. È sufficiente che un solo centimetro quadrato non venga ben lavato e disinfettato per pregiudicare la corretta pulizia di tutto l’automezzo. Occorre spiegare e motivare adeguatamente il personale preposto sul perché è importante pulire e disinfettare, su come farlo correttamente e cosa utilizzare”.

In generale gli autotrasportatori sono consapevoli che un mezzo lavato e disinfettato ad ogni carico/scarico di animali avrà una durata maggiore e minori necessità di manutenzione?

“Purtroppo non sempre e non ovunque. E spesso l’errore è quello di utilizzare prodotti corrosivi che compromettono la durata dell’automezzo”.

Perché la biosicurezza deve essere vista come un investimento e non come un costo a carico dei vari anelli della filiera produttiva?

“Potremmo definire la biosicurezza una forma di polizza assicurativa che previene i danni di una potenziale diffusione di patogeni tra gli animali. Pensiamo solo alla Peste suina africana che da un anno e mezzo è comparsa purtroppo anche in Italia, e più precisamente tra Piemonte e Liguria. Ho letto di recente che solo nella provincia di Cuneo si alleva il 70,6% della produzione suinicola piemontese per un valore di circa 267 milioni di euro, l’8,87% del totale nazionale e il 7,6% della produzione agricola regionale. È quindi evidente che se  malauguratamente anche un solo cinghiale nella provincia di Cuneo fosse trovato positivo al virus gli effetti per l’economia locale sarebbero devastanti  e le ripercussioni lungo tutta la catena produttiva sarebbero inevitabili e non si limiterebbero al comparto suinicolo ma coinvolgerebbero le aziende cerealicole, quelle delle macchine e delle attrezzature per le porcilaie, i mangimifici, i macelli, il commercio delle carni suine, l’occupazione. Tutto questo per sottolineare, se mai ce ne fosse bisogno, che sulla biosicurezza non si può scendere ad alcun compromesso”.

Dottor Manfron, quali sono gli aspetti da attenzionare all’impianto di macellazione in un’ottica di igiene e prevenzione?

I macelli operano spesso a pieno regime con un ritmo di lavoro molto intenso e proprio per la tipologia di processo l’ambiente è ad alto rischio di contaminazione microbica. Occorre quindi mettere in atto procedure di disinfezione sia durante la macellazione, mi riferisco ad esempio ai coltelli in uso, che a fine lavorazione. Questo vuol dire studiare l’intero processo e dotarsi di procedure di pulizia e disinfezione differenziate in base a superfici, contaminanti, rischio correlato, senza trascurare il risparmio di risorse sempre più preziose come l’acqua e l’energia”.

Sappiamo che gli agenti patogeni proliferano a determinati livelli di umidità e temperature tipici dell’ambiente di macellazione. È possibile agire su questi parametri in produzione?

Questa criticità si manifesta prevalentemente utilizzando acqua a 82°C per disinfettare i coltelli, che generalmente vengono immersi in sterilizzatori riempiti con acqua calda che a sua volta genera la formazione di vapore acqueo nell’ambiente con un elevato rischio di contaminazione crociata dovuta alla ricaduta della condensa sull’alimento. Fortunatamente oggi esistono sistemi alternativi che producono un effetto equivalente  e  sono letteralmente in grado di spegnere il riscaldamento garantendo molteplici vantaggi”.

In un ambiente come quello delle linee di macellazione è facile bilanciare gli interventi di controllo microbico con la sicurezza e il benessere degli operatori?

La  gestione degli ambienti di un macello non è semplice: la necessità di controllare i patogeni e assicurare un alimento sicuro è prioritaria. Oggi possiamo utilizzare negli sterilizzatori un trattamento a freddo anziché acqua a 82°C, con il vantaggio di azzerare il rischio legato alle scottature creando un ambiente di lavoro più confortevole”.

Jean Pierre Vaillancourt, Università di Montreal (Canada):
“Gli effetti dei cambiamenti climatici contribuiscono alla diffusione degli agenti patogeni. I mezzi di trasporto degli animali possono rappresentare un rischio di contaminazione”

Comunicato Stampa 16 Maggio

Milano, 16 maggio 2023 – Una giornata di orientamento che vuole offrire spunti di riflessione sul rischio rappresentato dai patogeni trasportati o autotrasportati.

È questo il fulcro di TruckAbility 2023 (vai al programma), l’evento organizzato da Unitec Hub One Health e Cid Lines An Ecolab Company che si terrà a Cremona, presso il Palace Hotel, il 7 giugno 2023 a partire dalle ore 9, in occasione della Giornata Mondiale sulla Sicurezza Alimentare promossa dalle Agenzie delle Nazioni Unite

Ricco e internazionale il parterre di relatori che animeranno la giornata. Uno di questi è Jean Pierre Vaillancourt, docente all’Università di Montreal (Canada) e, tra i molteplici incarichi al suo attivo, membro di Comitati consultivi canadesi per il controllo delle malattie infettive nel settore avicolo, suinicolo e dei bovini da carne. Attualmente è alla guida di un’iniziativa impegnata nella creazione del World Animal Biosecurity Association.

Professor Vaillancourt, che ruolo ricoprono gli effetti dei cambiamenti climatici nella diffusione degli agenti patogeni tra animali, e tra avicoli in particolare, sui mezzi di trasporto?

“Il cambiamento climatico è responsabile degli spostamenti degli uccelli selvatici e degli animali in generale. Si ritiene che questo possa aver favorito un più stretto contatto tra uccelli migratori e domestici, facilitando la mutazione del virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità, tant’è vero che per 2-3 anni i ceppi del Clade 2.3.4.4.b – gruppo di varianti H5 – hanno contaminato enormemente l’ambiente. Pertanto, gli autotreni e qualsiasi altro mezzo di trasporto di animali e derrate alimentari, se non accuratamente puliti, possono rappresentare un rischio di contaminazione”.

Misure di biosicurezza lungo tutta la filiera e formazione del personale: che livello hanno raggiunto gli operatori a livello internazionale e quali sono le possibili aree di miglioramento? Esistono Paesi  più virtuosi di altri?

“Questa domanda richiederebbe almeno venti pagine di commento.  Nella maggior parte dei Paesi sviluppati le filiere produttive vantano ottime misure di biosicurezza. Il problema è un altro e riguarda il numero spesso eccessivo di persone che accedono agli allevamenti senza rispettare le regole previste in materia. La mia attività di scienziato mi ha portato a visitare molti Paesi e altrettanti allevamenti e non posso affermare che riguardo la biosicurezza uno è migliore o peggiore di un altro. Il pediluvio, ad esempio, è una misura ancora molto diffusa ma è stato dimostrato scientificamente che ha un’efficacia limitata. Quindi, per rispondere sinteticamente alla sua domanda, ritengo che una corretta formazione e informazione agli operatori rappresenti l’unica vera soluzione da perseguire: questo dimostra che non esiste alcun legame tra il livello culturale di un Paese e il rispetto delle regole previste”.

A che punto sono le attività messe in campo per la nascita della World Animal Biosecurity Association? Come e quanto influirà su una migliore conoscenza della biosicurezza tra gli operatori di tutta la filiera zootecnica?

World Animal Biosecurity Association non è ancora stata costituita ma il progetto sta andando avanti e contiamo di vederlo realizzato entro la fine di quest’anno. Sono in corso diversi incontri e numerosi colleghi hanno manifestato un notevole interesse. L’Associazione, che non sarà controllata da nessun organismo pubblico e/o privato, è aperta ad accogliere tutte le figure professionali impegnate a lavorare per aumentare la consapevolezza degli operatori sull’importanza della biosicurezza. Anche per questo, World Animal Biosecurity Association intende andare oltre i pur importanti concetti legati al lavaggio e alla disinfezione dei mezzi di trasporto. Verranno infatti coinvolte figure professionali come gli psicologi che operano nell’industria, gli scienziati che si occupano di temi sociali e persino gli ingegneri a cui chiederemo di impegnarsi per lo sviluppo di nuovi e innovativi materiali implementando allo stesso tempo la ricerca finalizzata ad aumentare il rispetto delle misure di biosicurezza in allevamento e nel trasporto di animali e derrate alimentari”.

La biosicurezza nel trasporto di animali è ancora un tema poco dibattuto. Ma gli esempi virtuosi non mancano

Milano, 2 maggio 2023 – “Non possiamo permetterci sottovalutazioni o leggerezze seppur involontarie. Per questo da tempo, per il carico e lo scarico dei maiali che macelliamo, ci avvaliamo sempre degli stessi automezzi e dei relativi autotrasportatori, 12 camion gestiti da personale adeguatamente formato, che applica scrupolosamente tutte le misure di pulizia e disinfezione previste per scongiurare la diffusione tra gli allevamenti fornitori di pericolosi  agenti patogeni”.

Daniele Martelli, responsabile acquisti suini del Macello Martelli Spa di Dosolo, provincia di Mantova, sarà uno dei relatori che il 7 giugno prossimo, al Palace Hotel di Cremona, animerà Truckability 2023 (vai al programma), evento organizzato da Unitec Hub One Health in collaborazione con Cid Lines An Ecolab Company dedicato alla biosicurezza nei trasporti di animali e derrate alimentari, che coinciderà non a caso con la Giornata Mondiale sulla Sicurezza Alimentare.

“Fino a una ventina di anni fa le operazioni di carico e scarico dei maiali, prima in allevamento e poi al macello, erano spesso caratterizzate dalla fretta degli operatori – racconta Martelli – il che voleva dire non dare troppo peso a quelle operazioni di pulizia e disinfezione degli automezzi invece fondamentali per scongiurare il rischio legato alla diffusione di agenti patogeni, come la Prrs, potenzialmente molto pericolosi per la salute degli animali. Oggi viviamo fortunatamente un’altra era e per quello che ci riguarda da tempo, ormai, abbiamo adottato tutte le misure e gli strumenti più idonei a garantire le massime condizioni di igiene”.

Daniele Martelli spiega infatti che tutti gli autotrasportatori di cui il macello si avvale sono dotati di regolare patentino, che un addetto al benessere animale, prima dello scarico, controlla innanzitutto la regolarità di tutta la documentazione e successivamente, durante le fasi di scarico dei maiali, il rispetto di tutte le disposizioni previste per agevolare l’uscita degli animali dall’automezzo e favorire l’accesso alla stabulazione di sosta nelle migliori condizioni igienico-sanitarie.

“Al termine delle operazioni di scarico – spiega ancora Daniele Martelli – tutti i camion vengono lavati con un getto d’acqua ad alta pressione a cui segue il risciacquo con un getto d’acqua invece a bassa pressione, impedendo in questo modo ai residui di sporco di disseminarsi; successivamente si procede con l’operazione di disinfezione e asciugatura di tutto l’automezzo, un particolare quest’ultimo molto importante che offre un’ulteriore garanzia di igiene. È evidente che tutto questo potrebbe non essere sufficiente se le operazioni di carico, presso gli allevamenti, non dovessero osservare le medesime procedure utilizzate al macello. È per questo auspicabile che all’arrivo dell’automezzo in allevamento si proceda con una ulteriore disinfezione delle ruote e del furgone per minimizzare il rischio legato al contagio. Va detto però che oggi, almeno per quello che riguarda i nostri fornitori, le cose sono decisamente migliorate rispetto al passato e diversi allevatori hanno realizzato delle postazioni di carico al di fuori dell’azienda che, insieme alla pulizia degli automezzi e all’adozione dei dispositivi previsti come i calzari, le tute  e  i guanti, peraltro indossati anche dai nostri autotrasportatori, offrono sempre maggiori garanzie di igiene”.

“Non vi è alcun dubbio che quella del trasporto degli animali rappresenti la fase più critica in tema di biosicurezza – puntualizza Andrea Rossi, responsabile dei rapporti di filiera all’interno di Assica, l’Associazione degli industriali delle carni e dei salumi che compare tra i patrocinatori di Truckability 2023 – un aspetto rilevato anche da Classyfarm, il sistema voluto dal ministero della Salute e realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna con la collaborazione dell’Università di Parma finalizzato a rafforzare la prevenzione delle malattie animali, offrendo al contempo agli allevatori le condizioni per migliorare la propria attività. Per questo Assica, nel suo ruolo di rappresentante del mondo della macellazione, non può che guardare con favore e interesse a eventi come Truckability 2023”.

“Purtroppo il tema legato al trasporto di animali e le criticità che può rappresentare rispetto al rischio legato alla diffusione di agenti patogeni tra gli animali è ancora poco dibattuto – spiega Mattia Cecchinato, docente presso l’Università di Padova e presidente della Società italiana di patologia aviare (Sipa), altro importante ente che compare tra i patrocinatori di Truckability 2023 –  Sipa è molto attenta e sensibile a un argomento così attuale che coinvolge ogni anello della filiera produttiva compreso, alla fine, il consumatore, oggi sempre più attento agli aspetti che investono il benessere animale e la sicurezza alimentare. Credo quindi che dare risalto a un argomento così importante come la biosicurezza nei trasporti di animali e derrate alimentari sia fondamentale, ponendo l’accento sulla corretta gestione della pulizia dei mezzi di trasporto, il monitoraggio e la relativa valutazione dei metodi da adottare per ottenere il più alto livello di igiene”.

Farm Health Guardian:
il binomio perfetto tra biosicurezza e trasformazione digitale

Nel parterre dei relatori che parteciperanno a Truckability 2023 figurerà anche il canadese Tim Nelson, ideatore di Farm Health Guardian, una proposta di biosicurezza digitale particolarmente innovativa per tutti  gli attori della filiera finalizzata a monitorare, tracciare e individuare la diffusione di eventuali agenti patogeni nelle diverse fasi produttive

Milano, 19 aprile 2023 – Prosegue senza sosta l’organizzazione di Truckability 2023, l’evento organizzato da Unitec Hub One Health in collaborazione con Cid Lines An Ecolab Company, dedicato al tema della biosicurezza nei trasporti di animali e derrate alimentari che si terrà al Palace Hotel di Cremona il 7 giugno 2023 a partire dalle ore 9 (vai al programma), in occasione della Giornata Mondiale sulla Sicurezza Alimentare.

Tra i relatori, italiani e stranieri, che interverranno al convegno, ci sarà anche il canadese Tim Nelson, ideatore di Farm Health Guardian, un’affermata soluzione di biosicurezza digitale che può essere utilizzata da tutti gli attori della catena produttiva per mitigare il rischio legato alla diffusione di malattie potenzialmente trasmissibili attraverso il trasporto di animali e derrate alimentari.
Nel 2022 Farm Health Guardian ha vinto il Livestock Innovation Award all’Outdoor Farm Show del Canada. Quali sono le caratteristiche principali di questa applicazione?

La velocità e l’accuratezza nel determinare le possibili fonti dell’agente patogeno e il suo potenziale spostamento verso nuovi allevamenti – risponde Tim Nelson – La tracciabilità in tempo reale di Farm Health Guardian consente la gestione proattiva di focolai di malattie o sospetti focolai prima che l’agente patogeno abbia avuto il tempo di diffondersi, riducendo a pochi minuti un’analisi che in altre condizioni richiederebbe diversi giorni”.

Quali sono i punti più critici da affrontare nel trasporto di animali, mangimi e tutto ciò che è connesso alle produzioni alimentari?

Partirei innanzitutto dalla formazione del personale – sottolinea Nelson –  perché l’adesione a buoni protocolli di biosicurezza è importante tanto quanto quella di assicurare correttamente agli animali cibo e acqua. Investire nello sviluppo e nella gestione di un sistema che permette di impedire agli agenti patogeni di entrare in azienda è molto più conveniente di un trattamento farmacologico necessario per curare gli animali malati. I trasporti rappresentano inevitabilmente un punto critico nella potenziale diffusione di malattie ed è anche per questo che i primi a comprendere l’importanza dell’utilizzo di sistemi innovativi come Farm Health Guardian devono essere i titolari di tutte le aziende che formano la filiera produttiva, che a loro volta sapranno trasmetterne i vantaggi al personale”.

Se la tecnologia offre un valido contributo per garantire un ottimo livello di biosicurezza nel trasporto di animali, qual è il ruolo che l’allevatore, il veterinario e tutti gli operatori della filiera devono continuare a svolgere?

“Tutti gli operatori coinvolti nel processo produttivo di derrate alimentari devono riconoscersi come professionisti della biosicurezza, un ruolo che spetta loro di diritto se nella tutela della salute e del benessere animale vogliono svolgere correttamente il loro compito. La tecnologia, in questo caso legata alla biosicurezza,  e le persone sono ovviamente due cose diverse ma complementari. Possiamo affermare che la biosicurezza riguarda in primis la gestione delle persone, che devono essere in grado, anche grazie alla tecnologia, di proteggere gli animali di cui si prendono cura in allevamento come nelle successive fasi di macellazione e trasformazione”.

Avete fatto una stima economica sui risparmi e sui vantaggi produttivi generati dall’adozione di Farm Health Guardian?

“Non è semplice fare una valutazione accurata perché ogni tipo di allevamento è diverso, ha le sue peculiarità e  i fattori coinvolti nella trasmissione di patogeni possono essere numerosi – sottolinea Tim Nelson – Tuttavia, sappiamo che in un allevamento di scrofe in Italia un focolaio di PRRSv può avere un costo di circa 250 euro/scrofa (fonte FAO902 Report-2013). È evidente che se l’adozione di un sistema come Farm Health Guardian può impedire l’infezione anche di una sola scrofa il risparmio è enorme. Gli studi fin qui condotti confermano che la velocità, il monitoraggio, la rintracciabilità effettuati con accuratezza e in tempo reale sono fondamentali per intercettare l’eventuale presenza di agenti patogeni. I riscontri che ci arrivano dagli operatori che utilizzano Farm Health Guardian sono positivi e vanno in questa direzione perché si tratta di un sistema veloce e preciso che fornisce informazioni sull’area che potrebbe essere interessata dal rischio di trasmissione non identificata prima, sulle modalità di esecuzione dei protocolli di pulizia e disinfezione e sulle zone dove malauguratamente non sono eseguiti correttamente. Tutto questo è accompagnato da un sistema di messaggistica istantanea che invia avvisi e importanti messaggi di biosicurezza attraverso le varie reti non appena viene identificato un problema. Uno dei nostri più importanti clienti – conclude Tim Nelson – ci ha detto che grazie all’utilizzo di Farm Health Guardian il suo team può imporre restrizioni di movimento laddove serve e condurre tracciati di biosicurezza quasi in tempo reale riducendo il rischio di diffusione di malattie con un notevole risparmio di ore di lavoro”.

Biosicurezza e trasporti, un fil rouge che coinvolge tutta la filiera

Unitec Hub One Health, in collaborazione con Cid Lines An Ecolab Company, organizza un convegno per produttori zootecnici e alimentari dedicato al tema della biosicurezza nel trasporto di animali e derrate alimentari. Un’occasione per creare le basi di un confronto costruttivo tra tutti gli anelli della filiera produttiva

Milano, 3 aprile 2023 – Dal Covid all’influenza aviaria, come da altre patologie, abbiamo purtroppo imparato che le contaminazioni sono all’ordine del giorno, spesso favorite dai movimenti di persone e cose tra cui i mezzi di trasporto che, viaggiando tra aziende diverse, possono essere causa di contaminazioni crociate.

“La salute animale, la biosicurezza della filiera e la sicurezza alimentare sono i pilastri da cui si dipanerà il convegno che si terrà a Cremona il 7 giugno prossimo (vai al programma) – spiega Mark Beghian, AD di Unitec Hub One Health – e non è un caso che la data coincida con la Giornata Mondiale sulla Sicurezza Alimentare.  L’evento sarà un’occasione per fornire a tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella macellazione, nella trasformazione e nella distribuzione risposte non definitive ma soluzioni pratiche con l’obiettivo di incoraggiare un confronto tra tutti gli anelli della filiera e possibilmente individuare strategie di prevenzione efficaci nella delicata fase di trasporto di animali e/o prodotti derivati. I mezzi di trasporto e le attrezzature collegate costituiscono purtroppo l’anello più debole e critico della filiera. Ecco perché occorre intervenire con maggiore efficacia lungo l’intero processo che oltre alla fase di carico/scarico di animali in allevamento coinvolge la macellazione e la trasformazione delle derrate alimentari. Igiene e disinfezione dei mezzi di trasporto, oltre a essere previste sia dal quadro normativo europeo che dall’ordinamento nazionale, sono procedure monitorate agli effetti della categorizzazione del gradiente di rischio di un allevamento. Le  cosiddette buone prassi alla cancellata – suggerisce Beghian – sono quindi fondamentali per mitigare il rischio di introdurre in azienda e/o di diffondere nel comprensorio agenti patogeni tramite veicoli contaminati. A tal fine, il complemento funzionale è una postazione controllata in entrata e uscita dall’allevamento costituita da un presidio stabile di profilassi igienico-sanitaria degli automezzi, ovvero il varco di biosicurezza”.
“Spesso una scarsa o non appropriata pulizia anche all’interno della cabina dei camion destinati al trasporto può rivelarsi un pericoloso serbatoio di patogeni in grado di contaminare il carico – puntualizza Giancarlo Belluzzi, medico veterinario e chairman del convegno del 7 giugno prossimo – Oggi il benessere animale, la sanità del bestiame e la biosicurezza costituiscono i capisaldi della sicurezza alimentare.  Riguardo l’aspetto legato al benessere animale il quadro normativo nazionale ed europeo prevede regole molto stringenti sulla durata e sulla lunghezza del percorso, sulle condizioni del trasporto che deve garantire agli animali un adeguato approvvigionamento idrico, sulla corretta ventilazione e sugli spazi appropriati sia all’interno dell’automezzo che nelle stalle di sosta dove vengono ricoverati gli animali al termine del viaggio.  È invece sul fronte della biosicurezza che c’è ancora molto da fare, perché troppo spesso le disattenzioni e anche un certo livello di superficialità rischiano di creare le condizioni ottimali per favorire la diffusione dei patogeni. Sono sempre più numerosi gli allevatori che per scongiurare qualsiasi rischio di contaminazione proveniente da veicoli non ben disinfettati offrono o pretendono rampe di carico in collegamento tra allevamento e automezzi, impedendo a questi ultimi l’ingresso nell’area aziendale. Inoltre, lo stesso consumatore predilige informazioni chiare e trasparenti sia sulle condizioni di vita degli animali sia sui trattamenti sanitari a cui possono essere sottoposti – conclude Belluzzi – Il comparto agroalimentare sta rispondendo al meglio ma non è ancora sufficiente. La recente pandemia da Covid 19 ci ha fatto capire l’importanza della biosicurezza e le epidemie che purtroppo ancora periodicamente colpiscono determinati settori zootecnici dimostrano che la strada da fare è ancora lunga: ma gli strumenti da adottare ci sono e se ben utilizzati possono dimostrare tutta la loro efficacia”

TruckAbility 2023

Biosicurezza Digitale

FHG, biosicurezza connessa alla filiera
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